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Una passeggiata nel Bosco Quarto, sul Gargano, aiuta a disintossicarsi.
Dall’aria inquinata della città, dai rumori, dal grigiume, da internet e dal telefono (ebbene sì, qui non c’è alcuna traccia di segnale).
Gli unici rumori udibili saranno quelli della natura: le foglie scroccare sotto i passi, il fruscio del vento che piega i rami degli alberi, gli zoccoli dei cavalli a passeggio, oppure il picchio a lavoro.
A causa delle condizioni meteorologiche, la terza escursione di Gargano Natour è stata spostata da Monte Calvo a Bosco Quarto, un vasto bosco di 8000 ettari collocato tra i territori di Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo e Cagnano Varano.
Il nome di questo bosco è curioso. Inizialmente era chiamato Bosco di Manfredonia poi, pare che i boschi siano stati denominati in base ad una suddivisione territoriale, ed è così che nasce il suo attuale nome.
Si attraversa la Valle Carbonara, un’enorme valle che si estende da Monte Sant’Angelo a Mattinata, così chiamata per la presenza di numerosi fornaci carbonare. Sono rimasta sorpresa, perché tutto il territorio sta già iniziando a riappropriarsi dei suoi colori vivi e splendenti.
All’interno del bosco è ben visibile il tracciato di un’antica ferrovia decauville del ‘900 utilizzata per trasportare il legname che, tramite teleferiche, giungeva fino a Manfredonia.
Nel Bosco Quarto sono presenti tutte le specie, animali e vegetali, che vivono sul Gargano.
È il luogo perfetto per chi ama la natura e la fotografia. Personalmente, avrei trascorso ore a fotografare ogni minimo dettaglio di questo luogo.
Lungo il nostro cammino abbiamo avuto modo di osservare una specie di zafferano selvatico – tossico – e una moltitudine di bucaneve.
Uno dei botanici più importanti al mondo, il Prof. Janusz B. Falinski, definì Bosco Quarto e la Foresta Umbra, un tempo un tutt’uno, le più belle ed importanti della sua vita; le mise al secondo posto dopo la Foresta di Bialowieza in Polonia.
Bucaneve
Zafferano selvatico
Zafferano selvatico